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Dallo scorso maggio Parliament Watch Italia fa parte di CitizensLab Network, iniziativa di MitOst, in collaborazione con le Fondazioni Stiftung Mercator, Robert Bosch Stiftung e European Cultural Foundation. Dall’8 all’11 marzo si è svolto a Bruxelles il secondo meeting del Network, che oggi rappresenta un laboratorio di cittadinanza attiva che riunisce oltre 60 attori locali dell’innovazione sociale provenienti da una vasta area che comprende l’UE e quei paesi limitrofi che, a vario titolo, possono essere considerati in dialogo per sostenere un’idea culturale di Europa. Il raduno si è svolto a Bruxelles perché, oltre allo sviluppo di concrete iniziative transnazionali e all’ibridazione degli approcci utilizzati nei vari contesti, l’obiettivo di C-Lab è quello di raggiungere l’ecosistema decisionale europeo per favorire la co-creazione delle politiche.

Il bilancio di questo secondo meeting è, a nostro avviso molto positivo:

– 8 sono le iniziative lanciate dai membri per ottenere dei prototipi in varie aree tematiche di impegno tra cui: democrazia e buona governance, inclusione sociale, rigenerazione urbana, promozione della cittadinanza attiva e della responsabilità sociale;

– 24 i nuovi membri introdotti nel network che, insieme ai precedenti 35 e alle fondazioni, ha raggiunto i 65 membri;

– positivo il dialogo con il Chief Executive dell’European Policy Center, Fabian Zuleeg e con i parlamentari europei incontrati.

PWI ha utilizzato il proprio intervento per illustrare la proposta di monitoraggio civico che ha costruito nell’ambito della sperimentazione in corso nel territorio messinese. La proposta trova il presupposto nei dati che riguardano l’utilizzo dei fondi di coesione che, ad oggi, sono effettivamente poco assorbiti e hanno un impatto sui territori del tutto insufficiente. Inoltre, con la possibile ratifica della Brexit rischia di saltare l’apporto della Gran Bretagna sul totale delle risorse europee. I fondi della prossima programmazione potrebbero essere addirittura dimezzati. L’ipotesi su cui costruire advocacy è che se una piccola parte di questi fondi fosse utilizzata per assicurare l’effettivo impatto del resto, grazie all’attuazione di pratiche di monitoraggio civico, si potrebbe sperare di migliorare l’impatto delle politiche di coesione sui territori.

Fabian Zuleeg ha mostrato interesse e ribadito il fatto che una advocacy sul corretto utilizzo dei fondi di coesione deve essere compiuta in questo momento, perché sul tema è effettivamente in corso una riflessione tra i decisori europei per accrescere l’efficacia dei fondi sui territori.